L’olio di cocco è un prodotto largamente utilizzato da chi abbraccia uno stile di vita naturale, per i suoi molteplici impieghi. Dalla cucina alla cosmesi, è un prodotto versatile e naturale, e sta pian piano sostituendo altri tipi di olio.
Ma l’aumento dell’utilizzo dell’olio di cocco suscita perplessità sulla sua eticità nel settore alimentare e cosmetico.
Alcuni anni fa, è venuta alla luce la crudeltà del metodo di raccolta delle noci di cocco in alcune aree del sud-est asiatico. In questi posti vengono utilizzate scimmie addestrate tenute al guinzaglio e costrette a lavorare per 8 ore al giorno, raccogliendo noci di cocco destinate alla produzione cosmetica e alimentare. Non si tratta solamente di una questione etica nei confronti degli animali, ma anche di una vera e propria schiavitù. Gli animali trascorrono la loro intera vita in gabbia, e possono uscire soltanto per lavorare. Sono sottoposte a maltrattamenti continui, e spesso perdono in incidenti durante la raccolta. Questo metodo è utilizzato prevalentemente in Thailandia, ma anche in Malesia, Sri Lanka e Indonesia.
Come possiamo capire se il nostro olio è cruelty free e prodotto con materie prime etiche?
La vastità delle aree di provenienza delle noci di cocco complica l’individuazione della filiera etica, e anche se la Thailandia è il nono paese produttore di cocco nel mondo, è il più grande utilizzatore di scimmie per la raccolta. Con questo metodo si raccoglie la quasi totalità dei frutti tailandesi.
Purtroppo non esiste alcuna certificazione che garantisca l’etica e l’equità nella raccolta e nella produzione dei derivati del cocco. Molti di questi prodotti sono classificati come vegan e cruelty free perché non testati sugli animali, ma questa dicitura non ci dice nulla di quello che c’è dietro. Dobbiamo quindi informarci specificamente sulla provenienza dei frutti utilizzati per produrre l’olio. Un buon modo potrebbe essere quello di contattare direttamente le case produttrici per richiedere informazioni sulla provenienza delle loro materie prime.
